Ecco perchè è importante “schedare” gli elettori e sapere dove votano, quando votano e magari per chi votano

voter fileLeggi la lettera che ho mandato via posta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi.

Potrebbe sembrare una provocazione, ma non lo è.

Il mio obiettivo è quello di dare a candidati e partiti degli strumenti e delle strategie per risparmiare soldi ed ottenere risultati migliori con meno sforzi possibili.

Molti invece non capiranno e mi addebiteranno (in malafede) il tentativo di frantumare la privacy dei cittadini.

Ma arriviamo al punto. Ecco la lettera, parola per parola.

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Illustrissimo Presidente,

sono nato e vivo in provincia di Verona e sono il fondatore di “Fabbrica Politica”. Mi occupo di formazione e consulenza di marketing politico (cosa diversa dalla comunicazione politica, anche se dirlo provoca molti malumori tra gli addetti ai lavori ed i cosiddetti corpi intermedi).

Le scrivo perchè, come Lei, sono una persona molto sensibile alle innovazioni ed all’uso di strategie comunicative e di marketing all’avanguardia in politica.

Nel corso della mia esperienza politica (prima) e di consulente (dopo) mi sono scontrato spesso con un grosso problema : quello della targetizzazione (o profilazione) degli elettori.

Mi trovavo a dovermi prendere cura di ogni città, di ogni paesino, di ogni frazione, di ogni via sperduta di campagna.

E mi sono spesso chiesto : “Ma ne vale veramente la pena?”

Poi, una volta terminate le elezioni, e visti i risultati in determinate zone, dicevo tra di me : “Ma chi me l’ha fatto fare di andare a fare campagna elettorale, sprecando tempo e soldi, in quella zona, che tanto si è visto che quasi nessuno va a votare (o magari votano altri)?”

Sono sicuro che è lo stesso problema con cui si sono scontrati i suoi consulenti (e quelli di tutti gli altri partiti e candidati) ed anche molti candidati senza nessun tipo di supporto. Forse anche Lei direttamente.

In una fase politica come questa, dove i finanziamenti pubblici ai partiti stanno gradualmente scomparendo, i contributi dei privati sono sempre inferiori alle reali necessità ed il numero di posti disponibili (meno parlamentari, via le provincie, meno consiglieri regionali, meno consiglieri comunali) è in continuo calo, i candidati ed i partiti hanno bisogno di usare bene le risorse a disposizione per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo possibile.

C’è un modo per farlo e per risolvere il problema di cui ho parlato sopra, ora entriamo nel dettaglio. 

Se non erro, più volte ha citato gli Stati Uniti come modello da prendere ad esempio in vari ambiti.

Come esperto di marketing politico quel che mi preme è sottolineare l’importanza di allinearsi ai nostri alleati occidentali su un ambito in particolare : quello della pianificazione della campagna elettorale.

Mi spiego meglio.

Negli USA esiste il “Voter Database”. Si tratta di un database che contiene informazioni sugli elettori ed ha lo scopo di aiutare partiti politici e candidati a mettere in atto una propaganda elettorale più mirata, così da poter decidere con precisione dove concentrare gli sforzi durante la campagna elettorale.

Dal “Voter Database” si estrae il “Voter File”, un elenco di tutti i votanti di una determinata area. Nella maggior parte dei casi il file contiene il nome di ciascun elettore, la data di nascita, la data di registrazione alle liste elettorali, la storico della partecipazione alle votazioni e (a volte) l’appartenenza ad un partito. Questo file viene messo a disposizione di candidati e partiti a pagamento.

Penso non ci sia bisogno di sottolineare l’importanza per un candidato o un partito di avere a disposizione tali informazioni.

Ma mi preme farlo lo stesso.

Con un’innovazione di questo tipo si potrebbero targetizzare in modo più facile e preciso gli elettori.

Mi spiego meglio.

Supponiamo che in una determinata area geografica (piccola o grande non importa) ci si accorga che l’astensione è altissima e che il 90% delle persone non va a votare da più di 10 anni.

Che senso avrebbe sprecare risorse umane ed economiche in quest’area? Certo, lo potrebbe fare chi ha intenzione di recuperare gli astenuti (non gli indecisi), ma a che prezzo? La mobilizzazione di questo tipo di elettorato è molto difficoltosa. Conviene, quindi, volgere la propria attenzione altrove.

In sostanza i vantaggi di avere a disposizione un “Voter File” sono molteplici, eccone alcuni :

Per candidati e partiti :

  • Risparmio di tempo
  • Risparmio di soldi
  • Migliori risultati nelle elezioni

Per consulenti ed agenzie :

  • Risparmio di tempo
  • Miglior profilazione degli elettori
  • Un servizio migliore ai politici

Quello che serve in Italia è una nuova legge che introduca il “Database dei Votanti” ed il “File dei Votanti”.

Non comporta nessuno sforzo, i Comuni (e le Prefetture) hanno già questi dati, si tratta soltanto di trovare un protocollo di utilizzo ed un modello organizzativo.

Per le amministrazioni pubbliche significa anche una nuova (piccola) voce d’entrata.

La mia richiesta (e quella di moltissime altre persone che mi hanno spinto a scriverLe) è quella di considerare questa proposta.

Penso che politici e partiti non metterebbero i bastoni tra le ruote per un simile provvedimento, anzi, una persona intelligente è consapevole del beneficio che ne trarrebbe.

In caso affermativo mi rendo disponibile, GRATIS, per dare un contributo alla stesura della legge da un punto di vista tecnico.

Per ora è tutto, rimango in attesa di una Sua cortese risposta.

La ringrazio per l’attenzione.

Cordiali Saluti

Matteo Spigolon
Fondatore di “Fabbrica Politica”

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Fine della lettera.

Se ancora te lo stai chiedendo…si, l’ho mandata sul serio.

E’ un lavoro “sporco”, ma qualcuno deve pur farlo.

Se vuoi dirmi cosa ne pensi, commenta qui sotto.

matteo spigolon

MATTEO SPIGOLON

12 anni di esperienza politica sul campo, oltre a competenze di comunicazione e marketing politico. A differenza delle tradizionali agenzie, i cui consulenti non hanno mai fatto politica attiva e non hanno mai distribuito nemmeno un volantino, conosco esattamente i meccanismi interni della politica, le cose che funzionano e quelle che non funzionano, avendo vissuto in prima persona queste esperienze.

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