Da un po’ di giorni girava sempre più insistentemente la voce che Roberto Maroni, attuale governatore della Regione Lombardia e uomo di punta della Lega, non si sarebbe candidato per un secondo mandato, nonostante tutti i sondaggi lo dessero favorito su Gori del centrosinistra.
Mezza conferma è arrivata ieri dopo il vertice di Arcore che ha siglato il patto elettorale tra Berlusconi, Salvini e la Meloni (più il quarto polo).
Oggi, ad ora di pranzo, Maroni ha tenuto una conferenza stampa in cui ha annunciato ufficialmente la sua rinuncia a correre per un secondo mandato in Regione Lombardia per “motivi personali”.
Nessun problema di salute per la cronaca.
Maroni sottolinea anche la sua esperienza di governo e dicendo che è a disposizione.
Quando un politico dice di essere a disposizione del partito in un determinato contesto può significare due cose :
- Vuole un posto sicuro per una determinata competizione elettorale (in questo caso le elezioni politiche);
- Esce dalla porta per poi rientrare dalla finestra o da un portone (ministro esterno o addirittura premier nel suo caso).
Non è una novità che Maroni, il quale ha un profilo istituzionale e di governo, preferisca andare a Roma e che la Lombardia gli stesse stretta.
Non è ancora chiaro se alla fine sarà tra i candidati della Lega in qualche collegio uninominale o in qualche listino o se voglia saltare un giro.
Di sicuro c’è che, come lui stesso ha detto, non vuole andare in pensione.