posizionamento politico

Ecco perché Salvini non potrà mai essere il leader del centrodestra (a meno che…)

salvini leader centrodestra

“E adesso mi prendo il centrodestra…”

Era il titolo di copertina dell’intervista a Matteo Salvini sul primo numero della rivista mensile “Buongiorno Italia”.

Non credo siano mai uscite tali parole dalla bocca di Salvini (almeno in pubblico), ma che quello sia l’obiettivo del segretario della Lega Nord è innegabile.

Salvini ha preso in mano un partito devastato dagli scandali, con un elettorato deluso, senza più una leadership, e l’ha risollevato fino a diventare il primo partito del centrodestra in termini di consenso.

Senza contare il suo grande consenso personale, ben superiore a quello della Lega, che ha superato le barriere del Po ed è arrivato fino al profondo sud.

Fino ad oggi si è fatto forte dei risultati dei sondaggi che lo davano in crescita, giorno dopo giorno, e come l’alternativa di Renzi per il centrodestra (di Grillo si sono dimenticati?).

Ma ad un certo punto questa crescita costante si è arrestata.

Prevedibile.

Salvini ha ignorato per molti mesi un principio fondamentale del marketing politico, per il quale la crescita continua sua e della Lega Nord hanno un limite fisiologico.

Lo avevo scritto già la scorsa primavera sul gruppo Facebook dei fans di Fabbrica Politica, attirandomi le ire di qualche leghista.

Il tempo mi ha dato ragione. 

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I 3 segreti per prendere più voti che Donald Trump non vuole rivelarti

segreti trump

Se stai leggendo questo articolo è perché ancora non riesci a spiegarti cosa realmente sta succedendo.

Tranquillo, non ci sono riusciti nemmeno la stragrande maggioranza degli americani.

Mi riferisco a Donald Trump e al fatto che tutti i sondaggi lo danno per vincente alle primarie del partito repubblicano (almeno per il momento).

Inizialmente si dava per scontata la vittoria di Jeb Bush, che avrebbe poi raggiunto Hillary Clinton (data per vincente tra i democratici) nella corsa alla Casa Bianca, per la riedizione, dopo molti anni, della sfida tra le due famiglie/dinastie.

Ma Donald Trump si è messo in mezzo ed è entrato nella corsa alle primarie come un elefante in un negozio di cristalli (cosa che sta cercando di fare anche Bernie Sanders dall’altra parte).

Folle enormi di persone entusiaste lo attendono ad ogni comizio.

Ma quali sono i segreti (e le strategie) di questo miliardario americano che piace così tanto anche ai ceti sociali più bassi? 

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Posizionamento Politico, uno sguardo alle elezioni presidenziali americane del 2016

elezioni presidenziali americane 2016Per essere eletti alla presidenza degli Stati Uniti occorre creare un marchio capace di convincere almeno il 51% delle persone il giorno delle elezioni. Questo non è un compito facile in un paese così grande e diversificato come l’America.

Se hai un focus troppo stretto non otterrai il voto della maggioranza degli elettori.

Se è vero che focalizzarsi su un argomento principale aiuta a creare un marchio, per vincere le elezioni occorre allargare la base elettorale. Il compito è arduo. Neppure l’ iPhone possiede il 51% del mercato negli USA.

La chiave per vincere le elezioni è concentrarsi su un argomento circoscritto così da farne la propria battaglia ma, allo stesso tempo, abbastanza ampio da essere capace di attirare un grande numero di elettori.

George H. Bush – “Nessuna nuova tassa.”
Bill Clinton – “É l’economia, stupido.”
Obama – “Cambiamento,” e “Avanti.”

Le ultime elezioni presidenziali risalgono a 18 mesi fa, un’eternità quando si parla di politica. Ma è importante partire con il piede giusto riguardo al proprio marchio, al proprio messaggio ed alla propria visibilità, per entrare nelle menti degli elettori.

Una delle tecniche più efficaci di posizionamento politico è la ripetizione. Prima un candidato riesce a definire il proprio marchio ed iniziare a ripetere il proprio messaggio e meglio è. 

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