Matteo Renzi

Referendum Costituzionale 2016 : gli errori di Renzi e la fortuna del fronte del NO

referendum costituzionale 2016Per il Referendum Costituzionale 2016 si voterà il 4 Dicembre.

Se dovessi associare quella data a un film sceglierei “Il giorno più lungo”, un film in bianco e nero del 1962, tratto da un romanzo storico, che racconta la storia del D-Day, il primo giorno dello sbarco in Normandia durante la seconda guerra mondiale.

La domanda è : per chi sarà il giorno più lungo?

Per il premier Matteo Renzi o per il resto del mondo (politico)?

Dico questo perché è evidente che il referendum costituzionale 2016 è un Renzi contro tutti.

Nemmeno Berlusconi aveva avuto un’opposizione così vasta ed eterogenea.

Il fronte del NO, infatti, va da Salvini a D’Alema, da Beppe Grillo a Berlusconi, dalla Meloni a Travaglio. Renzi, infatti, è riuscito nella missione impossibile di far riunire sotto lo stesso tetto partiti, personalità e idee molto diversi tra di loro.

Personalizzare il referendum è stato un grave errore, lo ha ammesso lui stesso.

Da quel momento il fronte anti-Renzi si è compattato con un solo obiettivo in mente : mandare a casa l’odiato premier, che aveva annunciato (ritrattando tutto successivamente) le sue dimissioni e l’abbandono della politica in caso di vittoria del NO.

Nel momento in cui scrivo la media dei sondaggi vede il NO in vantaggio di quattro punti percentuali, 52% contro il 48% del SI.

E’ bene ricordare che non c’è il quorum, per cui il referendum costituzionale 2016 sarà valido qualunque sia l’affluenza.

Affluenza che, a detta di tutti, sarà decisiva per l’esito del voto.

Perché? 

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Ecco perchè è importante “schedare” gli elettori e sapere dove votano, quando votano e magari per chi votano

voter fileLeggi la lettera che ho mandato via posta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi.

Potrebbe sembrare una provocazione, ma non lo è.

Il mio obiettivo è quello di dare a candidati e partiti degli strumenti e delle strategie per risparmiare soldi ed ottenere risultati migliori con meno sforzi possibili.

Molti invece non capiranno e mi addebiteranno (in malafede) il tentativo di frantumare la privacy dei cittadini.

Ma arriviamo al punto. Ecco la lettera, parola per parola.

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Illustrissimo Presidente,

sono nato e vivo in provincia di Verona e sono il fondatore di “Fabbrica Politica”. Mi occupo di formazione e consulenza di marketing politico (cosa diversa dalla comunicazione politica, anche se dirlo provoca molti malumori tra gli addetti ai lavori ed i cosiddetti corpi intermedi).

Le scrivo perchè, come Lei, sono una persona molto sensibile alle innovazioni ed all’uso di strategie comunicative e di marketing all’avanguardia in politica.

Nel corso della mia esperienza politica (prima) e di consulente (dopo) mi sono scontrato spesso con un grosso problema : quello della targetizzazione (o profilazione) degli elettori.

Mi trovavo a dovermi prendere cura di ogni città, di ogni paesino, di ogni frazione, di ogni via sperduta di campagna.

E mi sono spesso chiesto : “Ma ne vale veramente la pena?”

Poi, una volta terminate le elezioni, e visti i risultati in determinate zone, dicevo tra di me : “Ma chi me l’ha fatto fare di andare a fare campagna elettorale, sprecando tempo e soldi, in quella zona, che tanto si è visto che quasi nessuno va a votare (o magari votano altri)?”

Sono sicuro che è lo stesso problema con cui si sono scontrati i suoi consulenti (e quelli di tutti gli altri partiti e candidati) ed anche molti candidati senza nessun tipo di supporto. Forse anche Lei direttamente.

In una fase politica come questa, dove i finanziamenti pubblici ai partiti stanno gradualmente scomparendo, i contributi dei privati sono sempre inferiori alle reali necessità ed il numero di posti disponibili (meno parlamentari, via le provincie, meno consiglieri regionali, meno consiglieri comunali) è in continuo calo, i candidati ed i partiti hanno bisogno di usare bene le risorse a disposizione per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo possibile.

C’è un modo per farlo e per risolvere il problema di cui ho parlato sopra, ora entriamo nel dettaglio. 

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Come entrare in Politica : 5 consigli utili

entrare in politica

Non riesco a ricordare quante volte mi è stato chiesto come entrare in politica e quali sono i passi principali per farlo in modo corretto.

Se avessi chiesto un mattone per ogni volta che ho sentito questa domanda in questo momento avrei già costruito una piramide più grande di quelle egiziane.

Voglio dire di più : nonostante la politica stia vivendo un momento prolungato di crisi di consenso e di credibilità, le persone che vogliono entrare in politica sono aumentate.

La politica evidentemente non è un settore in crisi, e non lo sarà mai a mio parere, vuoi per una questione economica, vuoi per il potere, vuoi per il prestigio, vuoi per una scommessa o una sfida, vuoi per passione.

A ogni modo, non esiste un manuale su come entrare in politica (o scendere in campo), voglio essere chiaro fin dall’inizio, ma esistono dei passi da fare obbligati di cui devi tener conto. 

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