Forza Italia

Il dramma di Forza Italia: il partito di Berlusconi ago della bilancia per andare o meno a elezioni anticipate

elezioni anticipate

Pensavi che la crisi di governo portasse a elezioni anticipate?

Eri sicuro che Salvini avrebbe avuto la strada spianata per andare a nuove elezioni nel mese di ottobre?

E invece…non è così automatico.

In Italia, la storia insegna, la richiesta di elezioni immediate, almeno da quando è nata la “Seconda Repubblica” che ha visto l’ascesa di Silvio Berlusconi, non ha sempre avuto esito positivo.

Il Presidente della Repubblica, per il ruolo che ricopre e le funzioni che gli vengono attribuite dalla Costituzione, proverà a trovare delle maggioranze alternative a quella formata da Lega e M5S, in modo da arrivare fino al termine della legislatura (prima della fine c’è da eleggere il suo successore, dettaglio da non dimenticare).

Se questo non sarà possibile ne trarrà le conseguenze e favorirà l’insediamento di un governo di orizzonte elettorale che possa guidare il Paese a elezioni anticipate.

Non credo, invece, a un governo a scadenza che si occupi di approvare la manovra finanziaria (che, tra l’altro, prevederà l’aumento dell’iva senza il disinnesco delle clausole di salvaguardia) per poi esaurire le proprie funzioni e permettere di andare al voto.

Mai dire mai, per carità, ma chi si prenderebbe la responsabilità di appoggiare questo governo di scopo di durata così breve?

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Il Movimento 5 Stelle all’assalto del nord

movimento 5 stelle al nord

Negli ultimi giorni ho letto e riletto un articolo molto interessante che parla del Movimento 5 Stelle e delle prossime mosse in preparazione delle elezioni politiche del prossimo anno.

Lo puoi leggere qui, ma se non hai voglia e tempo di farlo (è lunghetto) ti riassumo io i punti chiave :

  • Per ora il baricentro del Movimento è sbilanciato verso il Centro-Sud;
  • Per provare a vincere le prossime elezioni Politiche, il Movimento 5 Stelle dovrà conquistare le terre che si sono finora mostrate più diffidenti nei suoi confronti. Quelle del Nord;
  • Al Nord il centrodestra a trazione leghista ha ricominciato a macinare consensi. L’obiettivo del movimento di Beppe Grillo è dunque di raggiungere il 20% anche in quelle regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto);
  • Per riuscirci si concentrerà molto probabilmente su un messaggio differenziato rispetto a quello che verrà portato per esempio al Sud. Si dovrà parlare meno di reddito di cittadinanza e più di impresa, sicurezza e immigrazione;
  • Un passo importante, i 5 Stelle lo hanno intanto compiuto rendendo possibili i referendum consultivi per l’autonomia della Lombardia e del Veneto. Sono stati i loro voti a essere determinanti nei rispettivi Consigli regionali;
  • Con i referendum di Lombardia e Veneto i 5 Stelle segnalano dunque due prospettive. La prima è che non vogliono essere solo il partito dei No. La seconda è che il terreno di contesa elettorale con la Lega di Matteo Salvini è sempre più ampio. Non solo l’euroscetticismo e l’immigrazione, c’è anche il tema delle autonomie territoriali;
  • Quello che ai 5 Stelle manca ancora – soprattutto al Nord – è di essere considerati interlocutori pienamente affidabili. Non basta sventolare il tema della legalità;
  • Se l’obiettivo è di prendere il 20% in regioni come la Lombardia, occorre infatti considerare che nel 2013 al 25,5% raccolto a livello nazionale corrispose il 14,3% delle Regionali.

Fine del riassunto, ora iniziamo a discuterne. 

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Partito Liquido VS Partito Strutturato. Chi vince?

italia vs usaAllarme rosso compagni! Non è stata usata questa frase, ma poco ci manca.

L’allarme l’ha lanciato il quotidiano “La Repubblica”,  con un articolo firmato Goffredo De Marchis. A seguire un video messaggio del direttore Ezio Mauro su “Repubblica TV”, con un appello sull’utilità dei partiti, perchè “i partiti servono ancora”. E le dichiarazioni dell’ex segretario del PD Bersani sul fatto che il Partito Democratico “non è più un partito”.

Cos’è successo per scatenare tutto questo caos? Riporto il titolo dell’articolo principale per far capire meglio di cosa parliamo.

Pd senza base, solo 100mila tessere. In un anno persi 400mila iscritti.

E poi continua…

I dati shock di settembre. In Sicilia, Basilicata, Molise, Sardegna e Puglia il reclutamento non è praticamente partito. Mentre aumentano gli elettori, nei 7.200 circoli la militanza langue. È la mutazione genetica del partito, sempre più simile al modello Usa. Anche le casse sono in sofferenza.

Praticamente il PD sta morendo. Questo è l’allarme lanciato da più parti della politica e del giornalismo (che un po’ militante e partigiano lo è). 

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