Perchè dire “Sarò il Sindaco di tutti” è una cazzata galattica. E come ti devi realmente comportare…

sindaco di tutti 1La vera mania è scoppiata nel maggio 2007, a seguito della vittoria alle elezioni presidenziali francesi di Nicolas Sarkozy, di centrodestra. Lui e la sua “rupture” sono diventati immediatamente di moda, soprattutto all’estero.

Questa “rottura” consisteva nel rinnovamento rispetto al passato, anche nominando ministri (o inserendo in posti chiave) esponenti (socialisti e non) dello schieramento opposto, in modo da dimostrare che lui metteva al primo posto la Francia e non l’appartenenza politica. Lo stesso fece con la commissione per le riforme, affidandosi anche ad intellettuali di sinistra.

Un’iniziativa nobile, per carità, ma studiata a tavolino. In quel momento la Francia veniva da un periodo abbastanza turbolento, con le rivolte nelle banlieu parigine, i sobborghi abitati in gran parte da immigrati di seconda e terza generazione. Era appena l’inizio della crisi economica (il vero bubbone doveva ancora scoppiare), c’era bisogno di unità e Sarkozy sapeva di dover dimostrare qualcosa in più, soprattutto perchè da ministro dell’interno era stato l’ideatore della “repressione” delle rivolte.

Ed ecco che nel suo primo discorso dopo la vittoria Sarkozy recita la frase magica : “Sarò il Presidente di tutti i Francesi”.

Ahhhh salvati cielo. Tutti pronti a complimentarsi e soprattutto a copiarlo. Mi ricordo che in Italia il più gasato era Fini, che voleva accreditarsi come il Sarkozy italiano e liberarsi dalla morsa di Berlusconi, che però se l’è mangiato in un sol boccone col PDL a distanza di pochi mesi. 

Vuoi mai che anche molti candidati sindaci, per fare i fighi, lo copiassero? Figurati. Da quel momento, dopo la vittoria alle elezioni comunali, tutti a dire “Sarò il Sindaco di tutti”. Una della cazzate più galattiche che abbia mai sentito. Ormai mi veniva da star male solo a sentir pronunciare quelle parole così piene di retorica.

Ma perchè dire “Sarò il Sindaco di tutti” è una cazzata?

La realtà è che si tratta di un modo gentile per tranquillizzare gli elettori che NON hanno votato per te, garantendo pari dignità. Il problema non è dirlo (può starci, per carità), è che poi molti Sindaci lo fanno per davvero.

In questo momento, a leggere quanto ho appena scritto, molti sobbalzeranno sulla sedia, indignati ed arrabbiati come non mai, soprattutto gli amanti del politicamente corretto. “Ma non si può”, “Ma tutti i cittadini sono uguali”, “E’ una vergogna”, “Bisogna garantire pari trattamento a tutti”. Bla, bla, bla…Insomma, cose di questo genere.

Caro candidato sindaco (o sindaco e basta, se hai già vinto), stai facendo un grosso errore strategico che può condizionare pesantemente in negativo il post elezioni e la tua rielezione futura tra 5 anni, quando scadrà il mandato. Sempre che tu non sia già al secondo mandato ovviamente. Ma magari ti devi candidare per la provincia, la regione o altro.

L’errore che viene comunemente fatto è quello di “trascurare” i propri elettori, quelli che ti hanno permesso di vincere, per far contenti tutti, o più gente possibile. S B A G L I A T I S S I M O !!!

Sei stato eletto con un programma e grazie a delle promesse che hanno colpito e convinto una fetta di elettorato, il tuo target. Avventurarsi in una “estensione politica”, per catturare consenso oltre il tuo elettorato, è un’operazione pericolosa.

La prima cosa da fare è mantenere le promesse con l’elettorato che ti ha votato o comunque prestare attenzione PRIMA alle esigenze e richieste di tale elettorato. Perchè se il tuo paese ha 50.000 abitanti tu NON sei il Sindaco di tutti loro, ma di una parte di loro. Gli altri non ti hanno votato, non ti volevano, magari ti insultavano, non ricordi? Questo non significa trattarli in malo modo o non aiutarli in caso di bisogno, ci mancherebbe, ma non devono essere il tuo primo pensiero appena ti svegli la mattina. Chiaro?

Facendo così otterrai molto più rispetto e consenso di quanto tu creda, perchè anche gli avversari, e chi non ti ha sostenuto, vedranno in te una persona che mantiene la barra dritta e mantiene le promesse. Probabilmente mugugneranno, si lamenteranno, ma ti riconosceranno una certa coerenza e ti rispetteranno. Magari alla prossima tornata elettorale diventeranno pure i tuoi sostenitori più accaniti (ne ho viste molte di queste situazioni).

Ti starai chiedendo : ma allora devo rassegnarmi a non ampliare mai la mia base elettorale e puntare anche all’elettorato dei miei avversari?

Non ho detto questo, ma prima devono verificarsi alcune condizioni particolari e solo dopo si può pensare ad una strategia per partire alla conquista di un’altra fetta di elettorato, scegliendo dopo un’attenta analisi un target appropriato.

Per riassumere :

  1. Prenditi cura PRIMA dei tuoi elettori, quelli che ti hanno permesso di vincere ;
  2. Sii benevolo anche con quelli che non ti ha sostenuto, ricordandoti comunque che NON hanno la priorità (salvo casi veramente bisognosi) ;
  3. Quando ti rendi conto di avere in mano saldamente il tuo elettorato allora (e solo allora) si può pensare ad “attaccare” un ulteriore fascia di elettorato.

Noi di Fabbrica Politica (no, non è un modo di dire alla Di Pietro) siamo molto attenti a curare la fase post elezioni per i nostri clienti e li seguiamo per evitare che vengano commessi gli errori che compiono 9 candidati (o partiti) su 10, dilapidando in pochi mesi il consenso ottenuto con tanta fatica ed impegno (e soldi spesi). E lo possiamo fare, a differenza di altri, perchè abbiamo anche una lunga esperienza politica attiva alle spalle.

matteo spigolon

MATTEO SPIGOLON

12 anni di esperienza politica sul campo, oltre a competenze di comunicazione e marketing politico. A differenza delle tradizionali agenzie, i cui consulenti non hanno mai fatto politica attiva e non hanno mai distribuito nemmeno un volantino, conosco esattamente i meccanismi interni della politica, le cose che funzionano e quelle che non funzionano, avendo vissuto in prima persona queste esperienze.

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