“Change” era lo slogan del primo Obama. “Cambia” tradotto letteralmente in italiano, anche se è riduttivo limitarsi a questo. Quella parola ha assunto un’importanza enorme, non solo a livello politico per gli Stati Uniti, che hanno eletto il primo presidente nero della loro storia, ma anche a livello di marketing politico elettorale.
La campagna elettorale di Obama ha frantumato (quasi) tutte le credenze e le strategie politiche che fino a quel momento l’avevano fatta da padrone, e che avevano permesso a migliaia di politici in tutto il mondo di vivere sugli allori per molti anni.
Di cosa sto parlando?
Di tutte quelle tradizionali attività di propaganda usate per acquisire consenso e voti : cartelloni pubblicitari, manifesti sulle bande elettorali, manifesti sugli spazi a pagamento, volantinaggi porta a porta, volantinaggi in luoghi pubblici ed affollati, spot tv e radio, brochure informative e lettere di presentazione, incontri pubblici con i cittadini, endorsement di personalità influenti, siti internet statici. E via dicendo…
Obama, grazie al suo staff ed a professionisti e strateghi giovani ed innovativi, ha ribaltato la situazione e si è imposto soprattutto grazie alla rete, ad internet, e ad un efficace marketing politico.
La diffusione esponenziale della banda larga, la possibilità di accedere ad internet in mobilità (con smartphone e tablet), l’avvento dei social media (Facebook e Twitter in particolare) e l’utilizzo dei Biga Data (non disponibili a quel livello in Italia) hanno permesso di profilare l’elettorato, di capirne le problematiche e le esigenze e di fare centro a colpo (quasi) sicuro.
So cosa stai pensando, ti fermo subito! Non sto dicendo che le attività tradizionali non vadano più bene, anzi, ma che alcune sono ormai obsolete e non funzionano più, mentre altre vanno mantenute, ripensate ed integrate con le nuove tecnologie al servizio del marketing politico.
Il marketing politico elettorale è profondamente cambiato (in Italia ha avuto un piccolo spunto in avanti con l’arrivo di Renzi) ed i politici non se ne sono ancora accorti. Oppure lo hanno capito ma sono restii al cambiamento, non vogliono e non possono credere che tutto ciò che hanno fatto fino ad oggi sia ormai preistoria.
La classe politica è vecchia. E per vecchia non intendo assolutamente in base all’età anagrafica dei politici (che comunque conta un po’) ma alla mentalità ed alla capacità di formarsi ed aprirsi a nuovi scenari.
Il mondo cambia ma la stragrande maggioranza dei politici cerca di resistere (inutilmente) al cambiamento. Questo atteggiamento li spazzerà via piano, piano, o come un uragano.
Se hai ancora un po’ di pazienza, sto per dimostrarti quanto ti ho appena detto qui sopra…
Ecco perchè i politici italiani preferiscono “morire” piuttosto che uscire dall’era Paleo-Politica ed entrare nella nuova era del Marketing Politico Elettorale
L’Homo Sapiens è comparso nell’era Paleolitica circa 200.000 anni fa e poi si è continuamente evoluto, per arrivare ai giorni nostri. Se avesse opposto resistenza al cambiamento ed alla sua evoluzione naturale come sarebbe ora la specie umana? La realtà è che non aveva proprio alternative…
Non voglio addentrarmi in lezioni storiche, non sono nemmeno un esperto in questo. Quello che voglio farti capire è che opporre resistenza al cambiamento è inutile e deleterio e se non ci si adegua all’evoluzione della specie (quella del politico in questo caso) sono guai.
Il primo Osservatorio di Marketing Politico Elettorale in Italia ha condotto un sondaggio, intervistando ben 124 tra parlamentari, consiglieri regionali e sindaci in tutta la penisola, e realizzato un’infografica riassuntiva. I risultati sono stati scoraggianti e certificano quanto detto prima.
Solo l’1% dei politici sta realmente abbracciando il cambiamento. Tu sei tra questi?
- Solo 3 politici su 10 hanno un blog, solo 2 su 10 lo gestiscono in maniera professionale
- Zero politici su 10 scrivono (o si fanno scrivere) testi e discorsi secondo le “regole” del copywriting
- Solo 3 politici su 10 hanno una newsletter, solo 1 su 10 la gestisce in maniera professionale
- 8 politici su 10 usano i Social Media, solo 2 su 10 hanno una strategia pianificata
- Zero politici su 10 conoscono il costo medio di acquisizione per ogni singolo elettore (quanto costa ogni voto in sostanza)
Clicca qui per vedere l’infografica con i dettagli sullo stato del marketing politico in Italia.
L’hai guardata con attenzione? Prenditi qualche minuto per farlo e poi ritorna qui.
Bene, cosa ti sembra?
C’è tanto, tanto lavoro da fare, soprattutto a livello di mentalità. Detto questo io rimango fedele a quanto dicono i ‘Pearl Jam’ : non c’è modo di salvare qualcuno che non vuole essere salvato.
Se sei uno di questi non ha senso che tu continui a leggere questo blog. Se invece non vuoi essere “sterminato” come i dinosauri e vuoi rimanere sul pezzo per aumentare sempre di più il tuo consenso ed i tuoi voti con una seria strategia di marketing politico elettorale, ti consiglio di non limitarti solo a leggere, ma anche di passare all’azione e di non aspettare oltre.
Eh si, i tuoi avversarsi politici (dentro e fuori dal partito) ti stanno preparando la “festa”.
Ricorda : in politica non esistono veri amici, ma credo tu lo sappia meglio di me…