Negli ultimi giorni ho letto e riletto un articolo molto interessante che parla del Movimento 5 Stelle e delle prossime mosse in preparazione delle elezioni politiche del prossimo anno.
Lo puoi leggere qui, ma se non hai voglia e tempo di farlo (è lunghetto) ti riassumo io i punti chiave :
- Per ora il baricentro del Movimento è sbilanciato verso il Centro-Sud;
- Per provare a vincere le prossime elezioni Politiche, il Movimento 5 Stelle dovrà conquistare le terre che si sono finora mostrate più diffidenti nei suoi confronti. Quelle del Nord;
- Al Nord il centrodestra a trazione leghista ha ricominciato a macinare consensi. L’obiettivo del movimento di Beppe Grillo è dunque di raggiungere il 20% anche in quelle regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto);
- Per riuscirci si concentrerà molto probabilmente su un messaggio differenziato rispetto a quello che verrà portato per esempio al Sud. Si dovrà parlare meno di reddito di cittadinanza e più di impresa, sicurezza e immigrazione;
- Un passo importante, i 5 Stelle lo hanno intanto compiuto rendendo possibili i referendum consultivi per l’autonomia della Lombardia e del Veneto. Sono stati i loro voti a essere determinanti nei rispettivi Consigli regionali;
- Con i referendum di Lombardia e Veneto i 5 Stelle segnalano dunque due prospettive. La prima è che non vogliono essere solo il partito dei No. La seconda è che il terreno di contesa elettorale con la Lega di Matteo Salvini è sempre più ampio. Non solo l’euroscetticismo e l’immigrazione, c’è anche il tema delle autonomie territoriali;
- Quello che ai 5 Stelle manca ancora – soprattutto al Nord – è di essere considerati interlocutori pienamente affidabili. Non basta sventolare il tema della legalità;
- Se l’obiettivo è di prendere il 20% in regioni come la Lombardia, occorre infatti considerare che nel 2013 al 25,5% raccolto a livello nazionale corrispose il 14,3% delle Regionali.
Fine del riassunto, ora iniziamo a discuterne.
Per prima cosa, ci tengo a dire che mi fa immenso piacere quando qualcuno parla in maniera corretta di posizionamento politico, concetto che ho introdotto qualche anno fa (e spiegato nel dettaglio in varie sedi), quando nessuno lo usava o non lo faceva nel modo in cui lo fa oggi. Segno che qualche semina buona è stata fatta.
Ho postato l’articolo sul Gruppo Facebook di Fabbrica Politica, dove con gli iscritti commentiamo i fatti, le mosse e le strategie dei vari leader politici e dei rispettivi partiti, e subito si sono scatenati i commenti.
Se hai letto attentamente i vari punti riassuntivi sopra, ora ti propongo il commento al post fatto da Giampietro :
“Quello che potrà fare la differenza nei confronti della Lega Nord (si chiamerà ancora così?), è seguire l’indole Europeista della parte più efficiente d’Italia. Sarebbe uno smarcamento nei confronti della Lega, e contemporaneamente toglierebbe a F.I. l’unico argomento per cui sopravvive in un centrodestra confuso. Resterebbe sempre da risolvere l’imbarazzante questione Nord-Sud. Di Battista in un recente intervento televisivo, auspicava la “conquista Siciliana” per arrivare a quella maggioranza che, con un’adeguato sistema elettorale, li avrebbe portati al controllo assoluto delle camere. La cosa non sarebbe tanto semplice da conciliare se parimenti volesse la stessa cosa in Padania.”
In sostanza stava dicendo che il Movimento 5 Stelle al nord dovrebbe diventare la Forza Italia dei tempi migliori, ma “con una moralità diversa ed un convinto senso federalista”.
Tu cosa ne pensi?
Ti dico come ha risposto un attivista del M5S a questa “proposta” :
“Se così fosse ci sarebbe un probabile guadagno di voti da una parte, ma ci sarebbe anche una emorragia di voti dall’altra, in quanto il posizionamento politico del movimento è No Euro.”
In realtà la posizione del Movimento 5 Stelle sull’euro e sull’Europa non è poi così granitica. Facci caso : più ci si avvicina alle elezioni e più le posizioni dei partiti cosiddetti ‘euroscettici’ si ammorbidiscono. Dal “fuori dall’euro e dall’europa” al “si all’europa ma non a questa europa e quindi va cambiata radicalmente”.
Morale della favola : non se ne viene fuori tra i commenti, che sono pur molto interessanti.
Il Movimento 5 Stelle alla conquista degli elettori leghisti nelle regioni del nord
Quel che è certo è che da un po’ di tempo i grillini punzecchiano la Lega e Salvini, quindi l’intendo è chiaro : più che diventare la nuova Forza Italia al nord, vogliono contendere al carroccio lo storico elettorato padano.
Non c’è dubbio che in territori come Veneto e Lombardia i due elettorati non siano poi così lontani, tranne qualche distinguo.
Io penso che sia molto molto molto difficile per un singolo partito/movimento moltiplicare la propria identità in funzione del territorio o area geografica in cui si trova a fare propaganda politica.
Mi spiego meglio.
La questione nord-sud rimane sul tavolo e trovarsi con un partito spaccato alle diverse latitudini rischia di far implodere tutto.
L’unico, a mio avviso, che aveva capito questo era stato il primo Berlusconi quando, nella sua prima discesa in campo, aveva coniato il concetto di “Due poli per un’alleanza”.
Alle elezioni del 1994, infatti, il Cavaliere si presentò con due alleanze. Al nord Forza Italia correva con la Lega Nord e il cartello elettorale si chiama ‘Polo delle libertà”; al sud il partito di Berlusconi si presentava con Alleanza Nazionale sotto le insegne del ‘Polo del buon governo’.
Oggi per un partito unico è davvero difficile rappresentare gli interessi di tutta Italia, di tutte le fasce sociali, di operai ed imprenditori e via dicendo.
Ci ha provato anche Renzi ed è resistito per il tempo delle Europee del 2014 con percentuali da Democrazia Cristiana. Poi il ritorno al consenso che fu del PD maggioritario di Veltroni. O giù di lì.
Con tutto questo cosa voglio dire? Che bisogna fare una scelta, sempre. Pensare di poter rappresentare tutti ed ovunque può dare dei benefici a breve termine, ma dei grossi problemi sul lungo periodo.
Se vogliamo ragionare non tanto più in là del nostro naso, come hanno quasi sempre fatto i politici nostrani, allora ok…va bene anche così.
Se, invece, si vuole costruire qualcosa di duraturo nel tempo ed entrare veramente nella storia, piaccia o non piaccia, si deve agire diversamente.
Per concludere, cosa deve fare il Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni politiche?
Vado contro corrente, come spesso succede : deve rimanere il Movimento 5 Stelle di adesso (per ora).