Ho scritto questo articolo perché voglio fare in modo che tutti possano accedere a determinate conoscenze al semplice costo di uno o più libri.
Si tratta di libri in italiano e in inglese.
La maggior parte di questi sono datati, ma assolutamente attuali come contenuti e princìpi.
Si deve prendere alla lettera e per oro colato tutto quello che c’è scritto?
Ovviamente no.
Lo schema è il seguente : leggere – riflettere – calare nel contesto – trovare riscontri reali.
Pronto?
Ecco i 10 libri che non possono mancare sulla tua scrivania
Prima di leggere l’elenco e una breve descrizione per ognuno dei dieci libri, fermati un attimo e fatti queste due domande :
- Avrò tempo di leggerli tutti in un breve arco di tempo?
- Avrò modo di mettere in pratica quanto letto immediatamente dopo averli finiti?
Se, in tutta sincerità, la risposta alle due domande è SI, allora prosegui pure.
Se la risposta ad entrambe o ad una sola delle due domande è NO, salvati questo articolo e torna quando sarai pronto.
Non c’è spazio per l’improvvisazione, ci vogliono tempo, concentrazione e applicazione.
Bene, se hai deciso di continuare arriviamo subito al dunque.
Psicologia delle folle (Gustave Le Bon)
Pubblicato nel 1895, questo studio seppe cogliere i primi segnali dell’entrata in scena di un nuovo attore sociale: la folla, soggetto e, al contempo, oggetto dell’operare politico. Degradato a manuale precettistico, fu “livre de chevet” di dittatori e aspiranti tali durante gli anni Venti del Novecento. Ma nelle sue parti più vitali, nelle sue numerose intuizioni, in un certo profetismo, questo libro inaugura l’epoca di una nuova autoconsapevolezza dell’uomo.
Propaganda. Della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia. (Edward L. Bernays)
Uno degli aspetti più intriganti del lavoro di Bernays concerne l’arte della politica su cui esprime una serie di valutazioni, di grande attualità, che investono le modalità di quella che oggi chiamiamo la “comunicazione politica” e la definizione della leadership. Chi governa deve sapere esercitare l’arte del comando, deve guidare i cittadini e non essere al seguito degli umori dell’opinione pubblica perché la società moderna complessa e caotica esige una leadership forte. Va sottolineato il rilievo che per Bernays assume questo aspetto della lotta politica in cui dovrebbe emergere chi ha una spiccata personalità, una sorta di “carisma” attraverso il quale, per usare le parole di Max Weber: “egli si distingue dagli uomini comuni come se fosse investito di qualità o poteri soprannaturali, sovrumani o almeno particolarmente eccezionali, in base ad esse l’individuo in questione viene trattato come un leader”. Ispirandosi a questo principio Bernays difende il forte ruolo simbolico, quasi mistico, che riveste la figura del presidente nella vita politica degli Stati Uniti, ma si fa anche in qualche modo il mallevadore di scelte politiche autoritarie. Un’indicazione che verrà più tardi raccolta e tradotta in Europa nella sua forma più radicale.
L’opinione pubblica (Walter Lippmann)
Lippmann indaga e descrive i meccanismi attraverso cui le immagini “interne” elaborate nelle nostre teste ci condizionano nei rapporti con il mondo esterno, gli ostacoli che limitano le nostre capacità d’accesso ai fatti, le distorsioni provocate dalla necessità di comprimerle, “raccontando” un mondo complicato con un “piccolo vocabolario”; infine, la paura stessa dei fatti che potrebbero minacciare la vita consueta. A partire da questi limiti, l’analisi ricostruisce come i messaggi provenienti dall’esterno siano influenzati dagli scenari mentali di ciascuno, da preconcetti e pregiudizi. Il testo di Lippmann ci offre anche una lucida critica del sistema politico democratico che ambisce a governare società sempre più complesse.
Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa. (Emilio Gentile)
“Conoscere l’arte di impressionare l’immaginazione delle folle, vuol dire conoscere l’arte di governarle”. Così scriveva nel 1895 Gustave Le Bon nel suo celebre libro “Psicologia delle folle”. Emilio Gentile rievoca le principali esperienze di partecipazione delle folle alla politica dall’antichità all’età contemporanea, per concludere con esempi di capi straordinari, che hanno governato con le folle per distruggere o per salvare la democrazia. Da Napoleone Bonaparte a Napoleone III, incontrando poi Franklin D. Roosevelt, Churchill, de Gaulle e Kennedy, il lettore avrà modo di riflettere sull’attuale tendenza a trasformare il “governo del popolo, dal popolo, per il popolo” in una democrazia recitativa, dove la politica diventa l’arte di governo di un capo, che in nome del popolo muta i cittadini in una folla apatica, beota o servile. Attraverso la storia raccontata da Gentile, il lettore può forse trarre l’impulso a preservare la dignità della propria coscienza critica, evitando di essere assorbito nella folla sottomessa al capo in una democrazia recitativa.
Public Relations (Edward L. Bernays)
Bernays spiega la filosofia alla base delle pubbliche relazioni e le pratiche da applicare in casi specifici. Presenta diversi approcci condotti con successo durante la sua lunga carriera professionale. Sottolinea come le PR non siano agenzie di stampa, promozione, pubblicità o qualche trucco una tantum, ma un processo continuo di integrazione sociale.
Crystallizing Public Opinion (Edward L. Bernays)
Come si crea e si forma l’opinione pubblica? I principi che le grandi corporazioni ed i governi hanno usato per influenzare l’atteggiamento del pubblico nel corso dell’ultimo secolo.
Pensiero politico e scienza della mente (George Lakoff)
Di cosa parliamo quando parliamo di politica? Può sembrare sorprendente, ma non lo sappiamo con certezza: la maggior parte dei nostri pensieri su temi cruciali come giustizia, libertà, eguaglianza, sicurezza agiscono in noi, e determinano i nostri comportamenti, senza raggiungere la soglia della coscienza. Questi concetti, scaturiti da ciò che George Lakoff chiama “inconscio cognitivo”, sono infatti influenzati da una ragione non del tutto razionale, che si fonda sulle emozioni, e si nutre di metafore ed empatia. Ancora: dietro alle opposte visioni del mondo di progressisti e conservatori è rintracciabile una base di narrazioni e strutture mentali che mettono in scena valori in conflitto. Se schemi di pensiero di cui non siamo consapevoli condizionano i messaggi politici e le ideologie, giocando un ruolo fondamentale nel determinare le nostre decisioni, è essenziale comprenderne i risvolti nascosti confrontando stereotipi, simboli e immagini ricorrenti nella comunicazione pubblica, come il leader in veste di padre severo, la metafora della mela marcia o la reazione americana all’11 settembre nella forma di una guerra al terrore. Mettendo in discussione idee silenziosamente sedimentate, la brillante analisi di Lakoff rivela che per modificare il pensiero politico occorre in primo luogo conoscere, e trasformare, i cervelli.
Metafora e vita quotidiana (George Lakoff)
Per Lakoff e Johnson la metafora è il meccanismo fondamentale non solo del linguaggio quotidiano, ma anche del nostro stesso funzionamento cognitivo. È praticamente impossibile parlare, e di conseguenza pensare, senza fare ricorso a meccanismi metaforici, perché la metafora è lo strumento linguistico che meglio di qualunque altro esprime la nostra interazione corporea col mondo. Analizzandone alcuni sistemi metaforici di base che organizzano in modo sistematico la nostra quotidianità, gli autori dimostrano come pensiero e linguaggio siano condizionati dalla nostra struttura percettiva e come non siano possibili un pensiero e un linguaggio disincarnati e privi di metafore.
Non pensare all’elefante! (George Lakoff)
In ogni confronto, vince chi riesce a imporre il suo linguaggio. Negli Stati Uniti la destra americana ci è riuscita, la sinistra no. L’autore, linguista, compie nel testo un’analisi chiara del ruolo chiave del linguaggio nella competizione tra i partiti, e cerca di spiegare alla sinistra come far capire i propri valori all’elettore. E cercare di convincerlo.
L’arte della guerra (Sun Tzu)
Il modo migliore per essere certi di vincere una guerra è assicurarsi la vittoria ancora prima di iniziare a combattere: questo è il principio fondante dell’Arte della guerra, con ogni probabilità il più antico manuale strategico della storia (VI secolo a.C.). Un obiettivo raggiungibile studiando i punti di forza e di debolezza dell’avversario, mantenendo la consapevolezza dei propri limiti ma anche la fiducia nella propria forza, sorprendendo continuamente il nemico. E, prima di ogni altra cosa, controllando le informazioni, perché grazie alla conoscenza il destino della battaglia può davvero essere scritto prima che lo scontro cominci. L’essenzialità del messaggio e l’efficacia del magistero di Sun Tzu hanno fatto dell’Arte della guerra un testo di culto per chiunque voglia raggiungere un obiettivo nella vita o nel lavoro, dal manager al generale, dallo sportivo all’artista.
Cosa manca?
Mancano due cose.
Una l’ho anticipata nella premessa : l’applicazione.
Infatti, se quello che hai letto rimane solo della teoria nella tua mente non andrai da nessuna parte.
La seconda, quel 20% di cui non ti ho ancora parlato, è l’esperienza.
In sostanza, questi libri ti possono fornire un enorme bagaglio di conoscenze e tu puoi applicare i concetti appresi, ma…
…c’è un “ma”.
Quello che fa la differenza è l’esperienza.
Sai cos’è il “Principio di Pareto” o “Legge 80/20″?
Te la faccio semplice : il 20% delle tue azioni porterà l’80% dei risultati”.
Questo significa che l’80% delle conoscenze che hai acquisito sarà responsabile di solo il 20% dei risultati.
La formula segreta, quindi, è tutta qui : conoscenza+applicazione+esperienza.
Se la prima la puoi avere (anche) con i libri e la seconda dipende dalla tua determinazione, la terza la devi spesso cercare altrove.
Dove?
La puoi trovare nel nostro team di Fabbrica Politica.
Possiamo affiancarti durante la tua campagna elettorale permanente e fare in modo che tu possa :
- Evitare di fare brutte figure e macchiare la tua reputazione, non solo quella politica;
- Partire con il piede giusto, evitando tutti gli errori che commettono la stragrande maggioranza dei candidati;
- Acquisire un vantaggio incolmabile nei confronti dei tuoi avversari prima ancora di conoscere la data del voto;
- Evitare di buttare via un sacco di soldi in soluzioni inutili e che non funzionano;
- Evitare di essere costretto a “fare il rodaggio”, come per gli scooter appena acquistati, a causa dell’inesperienza politica delle agenzie di marketing e comunicazione tradizionali (immagino già i tuoi sospiri e le tue imprecazioni quando non capiranno delle semplici situazioni politiche e tu dovrai perdere un sacco di tempo e di energie per spiegare come funzionano certe cose);
- Avere a disposizione le tecniche e gli strumenti più aggiornati e performanti da usare per implementare con successo la strategia che abbiamo condiviso.
Devi fare una sola cosa.
Se hai qualche dubbio o domanda lascia un commento qui sotto.
Ciao Grazie per la lista, da “elettore” è cosa molto gradita (Lippman e Gentile non li conoscevo) io ci aggiungerei anche “The Art of Framing. How Politicians Convince us That They Are Right”…
Ciao Manolo, grazie del commento e del suggerimento.