Le parole sono importanti, si dice spesso. E lo sono anche in queste elezioni 2016.
Parlo di elezioni amministrative italiane, in cui si sfidano i candidati dei vari schieramenti (o forse dovremmo riprendere a chiamarli “poli”) che ambiscono a diventare sindaci della propria città.
Tra tutti i comuni che vanno al voto in queste elezioni 2016 troviamo quelli che, per vari motivi, sono considerati tra i più importanti d’Italia.
Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna.
In tutti e cinque i casi sarà il ballottaggio a decretare i vincitori. A memoria non ricordo un altro caso in cui le sorti di queste grandi città sono state decise al ballottaggio nello stesso momento.
Non me ne vogliano gli elettori di Napoli e Bologna, ma in questo articolo parlerò solo delle altre tre. Il motivo è presto detto : sono le uniche città i cui candidati sindaci hanno partecipato a un dibattito/confronto televisivo. Per la precisione quello di SKY TG24.
E ancora, non me ne vogliano gli elettori di Corrado a Milano, di Marchini e della Meloni a Roma e degli altri a Torino. Per semplificare l’analisi ho deciso di concentrarmi solo sui candidati arrivati al ballottaggio. Per Milano : Beppe Sala e Stefano Parisi. Per Roma : Virginia Raggi e Roberto Giachetti. Per Torino : Chiara Appendino e Piero Fassino.
Non si tratta di un’analisi sul voto e sui flussi elettorali, ma sulle parole chiave usate dai candidati durante il confronto pubblico in tv. Per la precisione, ho preso in esame l’appello finale dei candidati durante il dibattito che ha preceduto il primo turno e, successivamente, durante il dibattito che ha preceduto il ballottaggio di queste elezioni 2016.
Queste parole (chiave) sono dirette agli elettori e permettono di capire su quali temi e situazioni si sono orientati i candidati per convincerli a farsi votare.
Lo abbiamo potuto fare grazie anche grazie a un software che abbiamo sviluppato appositamente per l’analisi audio/video degli interventi pubblici dei nostri clienti e dei loro avversari.
Elezioni 2016 : solo le parole che contano
In gergo tecnico il termine corretto è “tag cloud”, ma per semplificare io userò semplicemente “parole”.
Ora andiamo ad analizzare caso per caso queste elezioni 2016, tenendo presente che a Torino si è svolto un solo confronto tra i candidati.
In sequenza : Milano, Roma, Torino.
Le parole chiave di Milano con Beppe Sala e Stefano Parisi
Iniziamo da Beppe Sala.
Beppe Sala – Appello Primo Turno
Ecco alcune le parole più usate :
- 8 milano
- 3 nessuno
- 3 decisione
- 3 voglio
- 3 credo
- 3 più
- 2 lavoro
- 2 preso
- 2 lasciamo
- 2 opportunità
- 2 solo
- 2 aiutare
- 2 impegnare
- 2 sento
- 2 città
- 2 sarà
Beppe Sala – Appello Ballottaggio
Ecco alcune tra le parole più usate :
- milano
- 3 proposta
- 2 vita
- 2 scelta
- 2 prima
- 2 credo
- 2 ambiente
- 2 visione
- 2 due
- 2 casa
- 2 futuro
- 2 finale
- 2 fatto
- 2 normale
- 2 piacere
Proseguiamo con Stefano Parisi.
Stefano Parisi – Appello – Primo Turno
- 6 bisogno
- 5 città
- 3 oggi
- 3 meno
- 3 avere
- 3 più
- 2 percorso
- 2 importante
- 2 sviluppo
- 2 burocrazia
- 2 riprendere
- 2 qualità
- 2 tasse
Stefano Parisi – Appello – Ballottaggio
- 4 vita
- 3 più
- 3 milano
- 3 politica
- 3 mesi
- 2 oggi
- 2 gente
- 2 può
- 2 tante
- 2 dare
- 2 ecco
- 2 nuova
- 2 energia
- 2 tempo
- 2 deciso
- 2 quattro
- 2 fantastico
- 2 pieno
- 2 persone
- 2 costruito
- 2 perché
- 2 devo
Primo turno
Durante il primo appello Sala da la sensazione di essere diviso tra la necessità di proporre una Milano che cambia passo e quella di promuovere un certo tipo di continuità con il mandato di Pisapia (di fatto suo alleato). Parisi, molto concreto, parla di tasse, burocrazia e sviluppo.
Ballottaggio
“Proposta”, “visione”, “futuro” e “scelta di vita”, associati a “casa”, “ambiente” e altri termini rendono il secondo appello un po’ più concreto. Segno che la delusione del primo turno, con un Parisi appiccicato a soli 0,9 punti percentuali e un vantaggio di 3-4 punti dilapidato in pochi mesi, ha scosso Sala, che è sembrato pagare una proposta politica meno chiara e convincente per il futuro di Milano, rispetto al suo avversario. Non so se sia effettivamente così, ma conta solo la percezione.
Parisi va più sul personale, usando molto la parola “vita” per evidenziare la sua scelta, e quella di molte altre persone, di sacrificio nell’abbandorare la sua attività imprenditoriale e gli affetti per dedicarsi completamente alla politica. Parla anche di una Milano più sicura e che dia più opportunità a tutti (qui la differenza con Sala, che ripete più volte di non voler lasciare indietro nessuno – usa spesso quest’ultima parola).
Le parole chiave di Roma con Virginia Raggi e Roberto Giachetti
Iniziamo da Virginia Raggi.
Virginia Raggi – Appello – Primo Turno
- 3 scuole
- 3 destineremo
- 3 partiti
- 3 fatto
- 2 posso
- 2 sprechi
- 2 scuse
- 2 qui
- 2 decoro
- 2 più
- 2 città
- 2 fare
- 2 sotto
- 2 perché
- 2 occhi
Virginia Raggi – Appello – Ballottaggio
- 4 parlato
- 3 lavorato
- 3 tanto
- 3 città
- 3 deve
- 2 anni
- 2 far
- 2 solo
- 2 tagliati
- 2 rinunciato
- 2 all’interno
- 2 altre
- 2 rendere
- 2 mobilità
- 2 bello
- 2 fare
- 2 milioni
- 2 fatto
- 2 promesso
Proseguiamo con Roberto Giachetti
Roberto Giachetti – Appello – Primo Turno
- 4 squadra
- 4 qui
- 3 sindaco
- 3 persone
- 2 penso
- 2 personale
- 2 coloro
- 2 cose
- 2 migliorare
- 2 elettorale
- 2 storia
- 2 me
- 2 riguarda
- 2 scegliere
- 2 dovrà
- 2 essere
- 2 roma
- 2 far
Roberto Giachetti – Appello – Ballottaggio
- 5 perché
- 4 più
- 4 rabbia
- 4 fatto
- 4 barba
- 3 tutta
- 3 vorrei
- 3 città
- 3 persona
- 3 roma
- 2 penso
- 2 semplicemente
- 2 qualche
- 2 fare
- 2 dobbiamo
- 2 parte
- 2 grande
Primo turno
Virginia Raggi si presenta come “persona tipo” del M5S : normale cittadina, nata e cresciutà in città, lavoratrice e mamma, candidata per necessità di rimediare allo scempio che i partiti hanno fatto di Roma. Punta molto sulle scuole pubbliche, uno dei temi cari ai suoi elettori e soprattutto a giovani e genitori, che devono essere una priorità nell’agenda del prossimo Sindaco. Parla di partiti, che hanno saputo solo fare danni alla città e di sprechi da parte degli stessi, altro tema ricorrente. Usa parole come “cambiare” e “coraggio”, invitando gli elettori a fare il passo decisivo per evitare che le cose rimangano come sono ora. Un’impronta molto politica e poco locale per questo primo turno.
Roberto Giachetti parte in modo umile e finisce in modo quasi arrogante, mascherandolo con la sua naturale e tranquilla parlata. Non fa riferimenti alla politica nazionale, e fa bene. Parla poco o nulla di quello che vuole fare per la città (si limita a dire di guardare il programma). Parla della squadra di governo (già decisa) in caso di vittoria, lanciando una frecciatina implicita alla Raggi, ma rincorrere il M5S sulla trasparenza, in questo momento, sembra una forzatura eccessiva per un candidato del PD, soprattutto a Roma.
Ballottaggio
Virginia Raggi dimostra anche in questo secondo turno un vocabolario molto ampio, usa molte più parole. Potrebbe essere una strategia comunicativa del M5S, visto e considerato che la Appendino a Torino usa lo stesso tipo di approccio. Parla di promesse fatte e mantenute per differenziarsi dalla classica politica del “tante promesse e pochi fatti”. Parla di sprechi e privilegi da aggredire, sottolineando come non lo possono fare i partiti coinvolti in mafia capitale. Parla di finanziatori occulti per i partiti e del M5S, finanziato solo da normali cittadini. Richiama ancora il tema delle scuole pubbliche a cui prestare attenzione. A parte quest’ultimo tema, anche in questo caso, il suo discorso ha un’impronta molto politica e poco locale.
Roberto Giachetti usa molto la parola “rabbia”, chiedendo di guardare al futuro perché con la rabbia non si va da nessuna, parlando di responsabilità della sua parte politica, ma senza mai citare il suo partito e pronunciare la parola “scusa” per il passato. In questo secondo turno amplia il suo vocabolario, usando molte più parole. Non da mai una motivazione concreta sul perché votarlo.
Le parole chiave di Torino con Chiara Appendino e Piero Fassino
Iniziamo da Chiara Appendino.
- 4 programma
- 4 credo
- 4 persone
- 3 anni
- 3 squadra
- 3 bisogno
- 3 chiedo
- 3 città
- 3 fatto
- 2 scelto
- 2 tante
- 2 giusto
- 2 merito
- 2 idee
- 2 progetti
- 2 ovviamente
- 2 forza
- 2 torinesi
- 2 giudicarmi
- 2 costruito
- 2 quindi
- 2 cinque
Proseguiamo con Piero Fassino.
- 6 città
- 6 perché
- 4 nessuno
- 4 giusta
- 4 solo
- 3 avanguardia
- 3 voglio
- 3 sostenibile
- 2 pensi
- 2 vita
- 2 propria
- 2 continua
- 2 ciascuno
- 2 vivere
- 2 torino
- 2 giovani
- 2 investe
Per prima cosa va sottolineato che tra Piero Fassino e Chiara Appendino c’è stato un solo confronto pubblico in tv, quello per il ballottaggio.
Piero Fassino, come Sala a Milano, punta molto sugli “ultimi” e ci tiene a sottolineare che nessuno sarà lasciato indietro. E’ un richiamo alla parte sinistra dell’elettorato del PD in uscita e, più nello specifico, agli elettori che al primo turno hanno votato il sindacalista Airaudo. E’ anche un messaggio per le periferie, dove la Appendino è andata molto forte. Si rivolge anche ai giovani, parlando di una città attrattiva per vivere, lavorare e studiare, cercando di colpire un tipo di elettorato che sostiene normalmente il M5S.
Chiara Appendino ha un vocabolario molto più ampio, usa molte più parole. Parla di “programma”, “progetti”, “idee”, “giusto”, “merito”, “squadra”, “persone”. Il suo non è un messaggio solitario, come potrebbe sembrare quello di Fassino, anzi, fa sapere che al suo fianco ha una squadra di persone che hanno idee per migliorare la città e sono intenzionati a premiare il merito. Sono tutte parole chiave che richiamano il proprio elettorato di riferimento ed evidenziano (implicitamente) una possibilità di cambiamento. Forse avrebbe dovuto usare maggiormente quella stessa parola, per rafforzare il concetto.
Conclusione
Dovendo dare un giudizio secco su questi singoli appelli, dellla durata di un minuto e mezzo ciascuno, Parisi, Raggi e Appendino sembrano più brillanti e convincenti, tenendo conto anche del relativo contesto delle loro città. Ma non è detto che questo sia sufficiente (tranne che per la Raggi, solo un miracolo può salvare Giachetti). La partita più difficile delle tre è sicuramente quella della Appendino.
Ciao, una curiosità.
Da anni vivo a Verona, quest’anno abbiamo le elezioni. Io non saprei fare un pronostico, è molto difficile.
Se tu dovessi fare un pronostico cosa diresti?
Grazie
Il ballottaggio è l’unica cosa certa. Senza la spaccatura a sinistra con la fuoriuscita di Bertucco andavano sicuri al ballottaggio Sboarina e Salemi. Con la situazione mutata la Bisinella ha ancora qualche speranza di giocarsi il secondo posto con la Salemi.
Non so se sei d’accordo ma ho avuto l’impressione osservando i vari candidati, gli schieramenti che nessuna delle forze in gioco abbia fatto una campagna come si deve.
E penso che la Bisinella che molti dicono abbia ottime possibilità per il fatto che Tosi goda ancora di un buon gradimento da parte di molti veronesi, rischi di pagare il fatto di avere un partito debole alle spalle con nessuna alleanza degna di nota. Tu che ne pensi?
Grazie
Che a questo punto la Bisinella rischia di vincere.