I recenti fatti accaduti internamente alla Lega Nord, compresa la stessa affermazione di Salvini come leader, e i recenti risultati elettorali di partiti come Syriza in Grecia, il Front National in Francia e l’UKIP nel Regno Unito, sono l’emblematico esempio di come oggi la politica non sia più incentrata sull’ideologia o sul partito, ma sulla persona.
Gli elettori si affidano sempre meno al “voto militante” infatti e sempre più attuano una scelta elettorale in base al leader che il partito in quel momento esprime.
In uno studio del politologo Allen, si dimostra la scientificità di tale affermazione mostrando come in Inghilterra nel 1964 il 44% degli elettori si identificassero unicamente in un partito mentre nel 2005 solo l’8% affermava di votare per appartenenza ideologica.
Le ragioni di questo cambiamento culturale sono molteplici ma le radici sono da ricercarsi nella “mediatizzazione” della politica e nel suo intreccio ormai indissolubile con la televisione prima ed internet poi.
L’evoluzione della televisione ha cambiato infatti il ruolo del politico al quale è richiesto oggi di indossare una “maschera” costruita ad hoc per fare breccia nell’elettorato di riferimento. Maschera che punta più sulla pancia e sulle emozioni delle persone che a veicolare concetti ideologizzato.