Chi vuol far cosa : un’analisi più in profondità sulle conseguenze del voto del 4 marzo

Cosa vuole fare Di Maio? Cosa vuole fare Salvini? Cosa vuole fare Renzi? E il suo partito? Cosa vuole fare Berlusconi? Cosa vuole fare Mattarella? Cosa vogliono i cosiddetti “poteri forti”, dalla Confindustria al mondo della finanza e collegati?

Per capire come potrebbe andare a finire bisogna prima rispondere a queste domande.

Sopra ho indicato quelli che ritengo, in questo momento, i principali attori in gioco, quelli che determineranno in un senso o nell’altro il risultato della partita. Non me ne vogliano gli altri, ma in questo momento passano in secondo piano come importanza.

Torniamo a noi.

Nell’articolo scritto un paio di giorni fa (lo trovi sul blog) dicevo che il Movimento 5 Stelle e la Lega avevano tutto da perdere da un accordo di governo che li vedeva insieme.

Perché?

Le due Italie – non solo in riferimento alla cartina con i diversi colori che rappresentano l’affermazione dei partiti o delle coalizioni in determinate aree geografiche – quella dalla parte di Salvini e quella dalla parte di Di Maio, hanno richieste diverse.

Chiunque vada al governo è consapevole che, in qualche modo, i conti devono tornare. Sarebbero sostenibili sia la “Flat Tax” che il “Reddito di Cittadinanza”? Lo dubito fortemente. Vero che Berlusconi aveva proposto un “Reddito di inclusione” per certi versi simile, seppur meno sostanzioso e con più restrizioni, ma la vittoria di Salvini detta al centrodestra altre priorità.

Oltre alla “Flat Tax”, ad esempio, l’abolizione della “Legge Fornero” sulle pensioni, che comporta cifre molto alte. Provvedimento su cui Lega e Movimento 5 Stelle sembrano, tra l’altro, concordi.

Non è solo una questione di nord, centro e sud, è anche una questione di numeri. 

Inoltre, perché Salvini dovrebbe farsi comandare da Di Maio? Perché è questo quello che succederebbe in un’allenza di governo dove uno ha quasi il doppio dei voti dell’altro.

E perché Di Maio dovrebbe fare un’allenza con un partito che farebbe esplodere pubblicamente e sonoramente molte delle contraddizioni democristianesche dei grillini? Di Maio vuole governare subito con la sinistra. Punto. Questa è la sua occasione, forse l’unica che avranno i cinque stelle, e non vuole perderla.

Il piano di Renzi è proprio questo : mandare al governo Salvini e Di Maio. Per poi farsi rimpiangere. Della serie : si stava meglio quando si stava peggio. Il suo problema è rappresentato da pezzi di partito che lo vogliono “far fuori” e poi fare l’alleanza con i grillini. Le truppe in parlamento, però, sono quasi tutte renziane e poi c’è da considerare l’umore della base : come potrebbe ingoiare anche questo rospo dopo quello del patto con Berlusconi? Situazione complicata.

E Salvini può permettersi di mollare subito il centrodestra di cui ha conquistato con tanta fatica la golden share, sottraendola a Berlusconi? Quanto conviene a Salvini andare al governo oggi? Non gli conviene di più, forse, lanciare un’opa sul centrodestra e cementare la sua leadership sparando per il tempo necessario contro un governo fatto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e cespugli vari? Per poi prendersi definitivamente il governo del paese dopo essersi preso il centrodestra? Potrebbe essere questo il suo piano. Anche se c’è da dire che l’attesa in politica, spesso, logora. Quindi le proverà tutte (leggi apertura a sinistra) per governare, in alternativa non gli andrà male comunque.

Berlusconi cosa vuole? Si è definitivamente rassegnato alla leadership di Salvini e a perdere altri pezzi di partito, con diversi esponenti già sotto la sede della Lega in fila per bussare alla porta del nuovo capo? Può essere che, come accaduto in passato, i suoi fidati consiglieri (dopo averlo sconsigliato di fare l’alleanza con Salvini e puntare su Renzi) lo riconducano alle ragioni aziendali. Con il nemico grillino potenzialmente al governo, che vorrebbe abolire la “Legge Gasparri” e imporre altre restrizioni sulle tv e sulle concessionarie, che altra scelta avrebbe? Il risultato pessimo del Partito Democratico (e anche quello di Forza Italia) non lascia scampo : sono stati gli elettori a mandare a monte il “Patto del Nazareno bis”.

I cosiddetti “poteri forti”, dagli industriali, ai banchieri, ai finanzieri e via dicendo, hanno già iniziato a riposizionarsi e, Montezemolo a parte, hanno speso parole al miele per il Movimento 5 Stelle che prima era visto come il male assoluto. Forse ora viene visto come il male minore? Di certo l’establishment, quindi anche buona parte dei mass media, spinge per l’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha una grossa gatta da pelare (non nel senso letterale – messaggio per gli animalisti) e dovrà trovare un equilibrio molto difficile. Probabile che inizi a lavorare da subito sotto traccia, anche se le consultazioni ufficiali non ci saranno prima di fine marzo o addirittura dopo Pasqua.

Quante possibilità ci sono di tornare al voto? Poche. Abbiamo già visto in passato come debbano essere provate tutte le alchimie possibili prima di sciogliere le camere e indire nuove elezioni. Inoltre, quanti dei parlamentari riuscirebbero a essere rieletti? Non ci sono più (Lega a parte, forse) in partiti leninisti di una volta, in cui era un obbligo e un dovere obbedire alle direttive superiori. Non ho detto che sia impossibile perché, come abbiamo avuto modo di vedere, è meglio non usare più quella parola.

A oggi il governo più probabile sarebbe formato dall’alleanza tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico (o parte) e cespugli vari. E seppur il più probabile, oggi, risulta al limite dell’impossibile a causa dei numeri. Ripeto, al limite.

In ogni caso, ad alcuni leader potrebbe anche toccare un passo indietro personale per farne uno in avanti a livello di alleanze.

Attendiamo di vedere cosa succederà nei prossimi giorni e ci ritroveremo di nuovo qui.

matteo spigolon

MATTEO SPIGOLON

12 anni di esperienza politica sul campo, oltre a competenze di comunicazione e marketing politico. A differenza delle tradizionali agenzie, i cui consulenti non hanno mai fatto politica attiva e non hanno mai distribuito nemmeno un volantino, conosco esattamente i meccanismi interni della politica, le cose che funzionano e quelle che non funzionano, avendo vissuto in prima persona queste esperienze.

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